Ciao amici,
vorrei sottoporvi ancora qualche nuova considerazione sulla biografia del mio amato filosofo nolano. Orbene, sul percorso tenuto da Bruno da quando abbandona S. Domenico Maggiore a quando lascia l’Italia per rifugiarsi prima a Ginevra poi in Francia si conosce, a malapena il suo tragitto e poco più eppure anche nelle scarse notizie giunteci c’è qualcosa che non torna.
Della sua prima sosta a Roma abbiamo già detto; ma del perché, nella sua seconda ‘visita’ vi resti oltre un mese, indisturbato, e poi riparta quasi di soppiatto, non c’è l’ombra di un’ipotesi da parte dei suoi biografi. Che avesse delle ‘protezione’ presso la Curia Generalizia o presso qualche alto prelato (il Cardinale Rebiba???) è, se non certo, molto probabile ma la motivazione che il filosofo dà ai giudici di Venezia durante il suo primo processo non convince. Egli afferma che era fuggito da Roma perché temeva di essere incriminato per la morte di un confratello napoletano trovato assassinato a Roma mentre lui era nella città eterna; ebbene, nessun provvedimento a suo carico c’era mai stato al riguardo, perché autodenunciarsi se non c’era necessità? È probabile che quel timore fosse stato reale ma non vi deve escludere che in un mese poteva essere giunto a Roma notizia del provvedimento a suo carico presso l’Ordine di Napoli. Bruno lascia Roma e si rifugia a Genova e, subito dopo, nella piccola Repubblica di Noli (sempre sulla costa ligure): perché. È facile ipotizzare che anche lì avesse degli ‘agganci’; magari qualcuno che lui sapeva essere a Genova ed invece era a Noli: ciò mi ha fatto ipotizzare che si trattasse di Gian Andrea Doria, nipote del grande Andrea Doria e eroe della battaglia di Lepanto, che da poco aveva conquistato la piccola Repubblica e vi si era stabilito. Ma qui si affaccia un altro enigma: Bruno non fa cenno, durante il processo veneziano, ad una sua sosta a Ventimiglia ma è certo che vi sia stato, avendolo egli stesso reso noto ne Lo Spaccio de la bestia trionfante; potrebbe essere stato una dimenticanza ma si tenga conto che egli dichiara di essere restato a Noli due mesi ma si ha certezza che abbia lasciato la Liguria solo sei mesi dal suo arrivo: perché questa reticenza??? Qui non ho una risposta anche se nel mio romanzo Il giovane Giordano Bruno ho ipotizzato la sua conoscenza dei Conti di Ventimiglia (la mastodontica biografia di Spampanato si chiude con la citazione di un Conte di Ventimiglia, discepolo del Nolano).
Che la longa manus dell’inquisizione l’abbia raggiunto in riviera è possibile ma la sua partenza potrebbe essere stata anche determinata da altre vicende, non pervenuteci (e così si potrebbe capire la sua reticenza). Di certo Bruno lascia la Liguria per dirigersi a Torino e di lì a Venezia. Nella città piemontese vi resta poco perché non gli piacquero gli abitanti (così affermò durante il processo) mentre a Venezia vi resta due mesi, lasciando la città a seguito di una recrudescenza della peste (Bruno non l’ha dichiarato ma le date di arrivo e di partenza coincidono con quest’evento ed è molto probabile che sia stato quello il motivo; come del resto era capitato anche a Genova, mesi prima). Ma la domanda che è opportuno porsi è: perché Torino e Venezia? Ebbene, la risposta più verosimile è che queste due città erano i centri italiani più importanti per l’editoria e la stampa di libri; d’altro canto il mese che il Nolano trascorse, poi, a Lione aveva la stessa motivazione, come lui stesso aveva affermato al processo. Quello che lascia stupiti pertanto è la sosta a Milano. Se gli Stati liguri, il Granducato Sabaudo e la Serenissima mantenevano una certa autonomia politica e religiosa nei confronti di Roma e della Spagna, sua potente alleata, non altrettanto poteva dirsi di Milano che era il vero centro del potere spagnolo in Italia. Che il filosofo cercasse di contattare il Cardinale Carlo Borromeo? E perché poi? Non lo sapremo mai; di certo sappiamo che quando Bruno giunge a Milano il Cardinale Borromeo era in viaggio verso Torino per adorare la Santa Sindone. E Bruno ritorna in Piemonte (che strano!!!!!) da dove, attraverso il Moncenisio, si reca a Chambery. Ritornerà solo dopo 13 anni per recarsi a Venezia ed incontro al suo destino.
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