La prima immagine di un libro che si presenta al lettore è, ovviamente, la copertina; essa è il biglietto da visita del lavoro e dello stesso autore; e il frontespizio de Lo spaccio de la bestia trionfante, una delle opere più famose di Giordano Bruno, si mostra, al lettore, mascherato; in calce al primo foglio infatti è scritto: Stampato in Parigi. Ma, in verità, lo Spaccio fu stampato a Londra, nella tipografia di tale John Charlewood. Perché questo falso? E perché la data sottostante è quella corretta, 1584?
Bruno, forse, intendeva preservare da eventuali rappresaglie da parte dei suoi “nemici” britannici, in particolar modo il potente vescovo anglicano John Underhill, lo stampatore londinese John Charlewood; considerando il carattere sanguigno ma leale del Nolano ciò è molto probabile; basti riflettere sull’inizio della Epistola esplicatoria con la quale si dedica lo Spaccio… a Sir Philip Sidney, del quale viene magnificato come primo e principale merito il suo coraggio; infatti Bruno lì scrive … Vi manifestate a molti… e remirate a tutti, per quanto vi mostra la vostra natural inclinazione veramente eroica. L’uomo leale, quindi, fa scrivere sul frontespizio che l’opera è stampata in Parigi; ma il Sanguigno non riesce ad esimersi dal sottolineare che solo ai coraggiosi, tra i quali evidentemente non includeva lo stampatore inglese, poteva essere dedicata un’opera di tanto alto valore morale, che evidentemente “toccava” gli interessi culturali dell’establishment inglese al pari delle opere cosmologiche; in effetti più di uno studioso ha individuato nella “bestia trionfante” il Protestantesimo nelle sue varie forme, compreso il puritanesimo imperante alla corte di Elisabetta I Tudor. Quindi, dopo aver minato, nella trilogia cosmologica, le convinzioni filosofiche e scientifiche dei saccenti professori di Oxford, Bruno passa a demolire i principi morali, carichi di spocchiosa certezza, di quegli stessi soggetti, che rappresentavano, contemporaneamente, anche il gotha del potere religioso che andava formandosi in Inghilterra. Negli anni 1584-1587, gli anni in cui il filosofo dimorò in Inghilterra, in quel regno coesistevano ancora, senza una reale supremazia, una religione cattolica (radicata in alcuni strati borghesi), una protestante/puritana (radicata nella maggioranza del popolino e “sponsorizzata” dai “professori” di Oxford), ed un’altra anglicana, che pur facendo capo alla Regina ed alla sua ristretta cerchia di cortigiani, non aveva ancora avuto il predominio sulle altre.
È tipico di una personalità quale quella di Giordano Bruno, in effetti, di essere magnanimo verso i deboli, e nel contempo di manifestare il suo disprezzo per la loro codardia, elogiando chi possiede quelle qualità che ai primi sono carenti.
Un’altra interpretazione per questo “errore” può essere l’intenzione del Nolano di “legare” i tre dialoghi “morali” a quelli “mnemotecnici” e “magici” pubblicati precedentemente in Francia, di cui questi ne sono la naturale prosecuzione; e contestualmente dare un chiaro segnale di discontinuità dai “dialoghi cosmologici”, rispetto ai quali devono essere concepiti come precedenti, giacché la morale precede la sophia.
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