Dopo l’esame delle “costellazioni” e virtù “superiori”, lo spaccio viene rivolto alle costellazioni zodiacali. Lo zodiaco, in cielo, rappresenta l’eterno ciclo della vita che “sboccia” con l’Ariete (equinozio di Primavera, la natura che si sveglia), fino alla sua fine in Pesci (la fine dell’Inverno) che rappresenta, ovviamente, anche il punto di rinascita di ogni cosa dopo la sua annichilazione. La nascita e la crescita rappresentano il periodo lungo della vita nelle cose, che si manifesta e si rappresenta nei sette mesi dell’anno solare che vanno da Aprile ad Ottobre, e nelle sette frazioni “zodiacali” fino alla morte nel segno della Bilancia,[1] a questo succede un periodo di transizione, di Purgatorio o di Morte e Rinascita, nel segno dello Scorpione; quindi la vita ricomincia nel successivo segno del Sagittario, con il seme che completamente macerato, si sviluppa nel grembo della Terra sotto la prima neve invernale, mette le radici durante il periodo di Capricorno, si rafforza durante l’Acquario e “buca” la Terra, finalmente, in Pesci, per poi giungere alla nuova fioritura in Ariete.[2] A questo “ciclo naturale” fa da contraltare il “ciclo delle virtù umane” che si manifestano con lo stesso turn over.
All’Ariete si sostituisce, quindi, il Buon esempio; e di seguito si possono finalmente manifestare le altre virtù: Tolleranza, Amicizia, Conversione, Magnanimità, Purezza (che anziché sostituire la Vergine la affianca, stabilendo, il Consiglio degli Dei, che la Costellazione [e ciò che rappresenta nell’Ordine naturale] resti al proprio posto), Equanimità, Sincerità,[3] Contemplazione, Solitudine (che anziché sostituire il Capricorno lo affianca, come viene stabilito dallo stesso Consiglio), Solidarietà e Temperanza, Segretezza. È con la realizzazione di ciascuna di queste Virtù, partendo dalla prima e, via di seguito, e conseguendole tutte, una alla volta, che l’uomo potrà raggiungere quell’estatica condizione di ri-unificazione di se stesso con il TUTTO.
[1] Sette mesi e sette “frazioni” zodiacali, quindi sette cioè la perfezione della “natura in atto”.
[2] Il ciclo annuale, come il ciclo zodiacale completo, sono invece composti di dodici “frazioni”. Tutto, in Natura, nasce, cresce e muore (nel segno del SETTE); ma dopo UN periodo di Purgatorio la vita si riforma, i QUATTRO elementi ( in QUATTRO periodi successivi) si ricompattano in un nuovo ciclo vitale voluto dalla Somma Volontà Divina (rappresentata dal TRE): e TRE per QUATTRO è uguale, appunto, a DODICI; è questo il senso del numero DODICI: è il simbolo della Vita Eterna, la Suprema Volontà di Dio Padre. La rappresentazione di ciò, nella kabbalah, è data dalle NOVE SEPHIROT della conoscenza del Tutto (rappresentato dalla decima sephira KETER) alle quali segue, non rappresentabile in Immagine o Nome, Dio Padre, il Totalmente Altro, di cui non è dato discorrere, indicato con il numero UNDICI; e, infine, il DODICI, manifestazione della Sua volontà: la Vita Eterna.
[3] Allo Scorpione è associata, per contrario, la Sincerità. Questa costellazione che …tanto tempo una simil sporcarla abbia nel cielo occupato il spacio di doi segni gode di una posizione unica nello Zodiaco poiché la vastità dell’area che occupa è più ampia dei trenta gradi che, normalmente, occupa ogni costellazione, quasi a dimostrare la sua DOPPIA funzione: ricordare la MORTE e la RESURREZIONE?!? È questo il Vero richiamo all’inganno, alla falsità di cui ne rappresenterebbe l’icona; ben differente dalla ambivalenza della sua “immagine”; va ricordato, infatti, che allo Scorpione si associa anche la figura della FENICE, nella quale nessuno vede ambiguità, inganno o falsità.
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