Il secondo dialogo si apre con l’intervento di un nuovo interlocutore: Onorio. Chi è costui? La prima cosa da sottolineare che questo secondo dialogo è suddiviso in tre parti e, nella prima di queste, brilla per assenza la figura di Saulino mentre nelle altre due l’interazione tra questi ed Onorio è ridotta al minimo; sembra quasi che Bruno intendesse sottolineare che se c’era l’uno non poteva esserci l’altro; perché? Rappresentavano la stessa persona, Bruno, o erano due figure incompatibili? È probabile che il Nolano abbia inteso sottolineare come le tesi sostenute da Onorio lo attraessero ma che non le condividesse in pieno, tant’è che in fine della prima parte del dialogo Onorio invita Sebasto a seguire il suo ragionamento pur non chiedendogli di condividerlo: “Se dunque non m’ascolti sotto specie di dottrina e disciplina, ascoltami per spasso.”
Quindi Onorio. La prima considerazione da fare è relativa al significato di tale nome, chi lo porta è un uomo d’onore, affidabile, non un mentitore. Ed è necessario che sia così, giacché le affermazioni che egli va a fare sono assolutamente sconvolgenti ed incredibili. Onorio potrebbe anche richiamare il greco ònos che significa, guarda caso, asino; asino rio, quindi asino di poco conto.[1]
Ma se Saulino rappresenta l’origine di Bruno, e Sebasto l’uomo di fede ed il religioso presente in lui, e Coribante l’uomo di cultura che egli era; chi era Onorio? Quale aspetto della personalità del Nolano rappresentava? Chi evocava questo nome? Forse Onorio di Ratisbona, o di Autun, uno dei più prolifici e influenti scrittori del Medioevo europeo vissuto nel XII secolo e seguace di S. Anselmo d’Aosta che nelle sue opere affronta il tema dell’antropologia cristiana? Egli nella Clavis physicae (compendio del Periphyseon, opera maggiore di Giovanni Scoto Eriugena) inerente l’origine e la creazione dell’Uomo, attraverso un chiaro dialogo tra maestro e discepolo affronta e dà spiegazione ad uno dei temi più profondi della dottrina cristiana, e in senso lato della sapienza tradizionale, ovvero: in che modo l’uomo è immagine di Dio? La risposta a questo interrogativo vertiginoso (se letto attraverso la chiave mistica e anagogica a cui lo studioso sottintende) verrà data in un percorso che permetterà di riconoscere nell’Uomo la presenza di tutte le creature (angeli, animali, piante ecc.), offrendo al contempo un prezioso spunto per comprendere l’essenza di quel legame tra Creatore e natura umana in grazia del quale si è data l’Incarnazione del Verbo. La dottrina dell’Uomo universale, la quale costituisce il nucleo principale del messaggio evangelico originario, si propone allora come clavis attraverso cui accedere al senso più profondo di tale rivelazione, cogliendola nella sua universalità extra-storica, e disponendo alla ‘cerca’ della più grande promessa in essa avanzata: la Risurrezione, ossia la trasmutazione dell’umano nel divino. La concezione arcaica dell’uomo muove dalla considerazione dell’archetipo stesso dell’umanità, l’Uomo primordiale e universale, elemento cardine intorno a cui ruota l’intera Creazione, in quanto mediatore tra essa e il suo Principio. L’Uomo universale (o Macrantropo) è infatti «immagine» di Dio e suo «volto» nella Creazione, con la quale viene a coincidere totalmente in grazia della sua partecipazione all’Intelletto divino, in cui tutte le cose sono poste in essenza.
questi ministri verbi Dei […] che non si delettava de simili esposizioni proprie a Origene, accettate da scolastici ed altri nemici della lor professione; e Onorio di Autun faceva sue proprio le tesi di Origene e di Dionigi Aeropagita, ed era uno scolastico.Che l’identificazione del personaggio bruniano con Onorio di Ratisbona sia possibile lo dimostra proprio il Nolano nell’epistola dedicatoria, allorquando afferma che l’opera non può essere accettata da … un di questi ministri verbi Dei […] che non si delettava de simili esposizioni proprie a Origene, accettate da scolastici ed altri nemici della lor professione; e Onorio di Autun faceva sue proprio le tesi di Origene e di Dionigi Aeropagita, ed era uno scolastico.
[1] Questo parallelo è stato còlto da Franco Manganelli nel suo La cabala nolana, pag. 89 – ed. Guida.
Lascia un commento