Anche la cultura esoterica medievale fa propria la forza e l’importanza degli alberi. È noto, seppur misterioso, l’episodio che va sotto il nome di taglio dell’olmo.
Si racconta che Enrico II, Re d’Inghilterra, si sarebbe incontrato lì con Filippo II di Francia (già noto per aver perseguitato aspramente i Catari di Reims). Gerusalemme era appena caduta nelle mani degli eserciti del Saladino, e gli animi erano tesi in tutta la Cristianità: l’anno seguente sarebbe iniziata la III Crociata. Non si capisce in ogni caso cosa abbia spinto i due sovrani con il loro seguito ad incontrarsi proprio a Gisors. Sembra in ogni caso che non sia stato possibile raggiungere un accordo, così alla fine dell’incontro l’albero fu abbattuto.
Questa è la riproposizione del racconto riportatoci dal prof. Bradford Smith dell’università di Oglethorpe: “A Gisors, Enrico II e i suoi consiglieri sedettero sotto un albero di olmo, mentre Filippo e il suo seguito soffrivano al solleone. Dopo l’incontro, Filippo ordinò che l’albero fosse abbattuto e ridotto in pezzi, dando il messaggio che non avrebbe dato quartiere agli Inglesi.” Ma esiste, anche una seconda versione dell’episodio, ancora più enigmatica ed inquietante; si tratta di un racconto del tutto diverso e più articolato, risalente al 1260 circa. E’ riportato nell’opera di un autore noto come il Menestrello di Reims, e concorda col primo soltanto nel triste fato dell’albero: “Re Riccardo inviò un messaggio ai conti di Sancerre e di Bar, dicendo loro che avevano preso il pane del Re e non avevano dato a lui nulla in cambio, ma se essi fossero stati abbastanza coraggiori da venire fino all’Olmo di Gisors, li avrebbe ritenuti veramente valenti. I nobili francesi gli inviarono un messaggio dicendo che sarebbero venuti il giorno dopo, all’ora terza, per abbattere l’albero, malgrado lui. Quando il sovrano inglese udì che essi stavano per venire a tagliare l’albero ne fece rinforzare il tronco con fasce di ferro, che furono avvolte per cinque volte intorno al legno. Il mattino dopo, i nobili francesi si armarono e riunirono cinque squadroni dei loro uomini, e uno di questi era guidato dallo stesso Conte di Sancerre, un altro dal Conte di Chartres, il terzo dal Conte di Vendome, il quarto dal Conte di Nevers, il quinto dal Sire Guglielmo di Bar e dal Sire Alain di Roucy. Essi cavalcarono fino all’Olmo di Gisors, con i balestrieri ed i carpentieri davanti, ed avevano nelle loro mani asce acuminate e buoni martelli appuntiti, con cui tagliare le fasce metalliche che erano state strette intorno all’albero. Si fermarono davanti all’olmo, divelsero le fasce e lo abbatterono, a dispetto di ogni resistenza.”
Al di là di ogni considerazione sulla veridicità delle due versioni, resta la stranezza del comportamento dei contendenti: che male aveva mai potuto fare un povero albero secolare? È chiaro che esso rappresentava un simbolo; simbolo che andava distrutto, per sanzionare la ‘rottura di un patto’; ma non un patto qualunque… bensì un patto sacro.
Secondo altre, e più recenti, interpretazioni con il taglio dell’olmo si sarebbe ratificato lo scioglimento del patto tra l’Ordine dei Templari ed il Priorato di Sion, due misteriose organizzazioni la cui saga è stata riproposta prima nel best seller degli anni ’70 Il Santo Gral di Baigent, Leigh e Lincoln poi, successivamente dal romanziere Dan Brown nel suo capolavoro, Il codice Da Vinci.
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