È manifesto che, seppur in presenza del medesimo significato, il simbolo dell’albero assume valenze differenti se interpretato in ambito eroico-magico, proprio delle varie mitologie o in ambito religioso, particolarmente per quanto riguarda la cultura ebraico-cristiana.
Nel primo caso, come si è ampiamente sottolineato, il conseguimento dell’obiettivo è incerto e dipende dalla relazione tra l’audacia che l’eroe mette nell’impresa e la fortuna/forza, che non soggiace alla sua volontà; nel secondo, invece, l’eventuale sconfitta è concepita come colpa che scaturisce dall’insufficiente impegno/preghiera del fedele che si è affidato all’idea di quel simbolo se non, addirittura, viene considerato peccato il solo tentativo di raggiungere un obiettivo attraverso quel simbolo: è l’addebito che viene imputato ad Adamo.
Non si creda, comunque, che in ambito religioso tale ultima posizione sia l’unica possibile; non sono infrequenti situazioni in cui il ricorso a simboli esterni alla divinità sono ammessi (si pensi all’uso della croce o delle immagini dei santi) ma, di certo, l’eventuale insuccesso sarà concepito, comunque, come colpa.
La figura dell’albero è, anche, utilizzata, sia pur non rispettando appieno i canoni della rappresentazione, nella strutturazione dell’Albero della vita; non quello biblico, sia chiaro, bensì in quello delle Sephirot, la cui lettura ed analisi sarà fatta successivamente; al momento è, comunque, opportuno mostrarne una rappresentazione che evochi il rapporto con l’albero, appunto:
ed un’altra rappresentazione in cui l’immagine dell’albero è assolutamente esplicita:
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