E venne il momento dell’ordinazione a sacerdote per frà Giordano Bruno.
Mercoledì 16 settembre arrivarono, da Napoli, il priore del convento di S. Domenico Maggiore, padre Domenico Vita, ed il padre Provinciale, padre Ambrogio Pasca, che preferirono declinare l’invito del Vescovo, monsignor Girolamo Scarampi, e alloggiare presso il convento di S. Bartolomeo dove padre Eugenio Gagliardo li accolse come Principi.
Il sabato successivo, 19 settembre 1573, nella Basilica di Santa Maria della Pace, a compieta, la Santa Messa fu celebrata dal Vescovo, coadiuvato dal priore di S. Bartolomeo e dal Provinciale di Napoli. Alla fine della celebrazione frà Giordano Bruno da Nola ricevette l’ordinazione e fu consacrato sacerdote.
Il giorno dopo il nuovo sacerdote fu festeggiato con un pranzo offerto da monsignor Scarampi, presso il vescovado, agli ospiti napoletani al quale parteciparono anche il priore di S. Bartolomeo e padre Rosario Viezzi. A tavola, la parte del leone la fece padre Domenico Vita che si ingozzò a più non posso suscitando lo sconcerto degli altri commensali e provocando la vena satirica del Nolano che, rivolto a padre Ambrogio che gli sedeva accanto, sussurrò: “È ovvio che padre Domenico ingrassi a vista d’occhio! Se mangia sempre così, presto bisognerà costruirgli una sedia apposta per lui, quando dovrà sedersi. Avete notato come maneggia il cucchiaio? In mano a lui sembra più un’arma che uno strumento per cibarsi; ed è così veloce ad usarlo che sembra crescergli tra le mani. Dovrebbe chiamarsi Don Cocchiarone!”
Padre Pasca, a quella battuta, non riuscì a trattenersi e diede in una sonora risata, cosa che provocò lo stupore di tutti e la domanda di monsignor Scarampi: “Cosa vi fa ridere tanto di gusto, padre Provinciale?”
Bruno intervenne subito per togliere d’impaccio il suo mentore: “Perdonatemi, Eccellenza, è colpa mia se padre Ambrogio ha riso. Stavo sottolineando la bontà della vostra cucina e gli ricordavo quanto differente fosse in qualità da quella di frà Bonifacio, un confratello di S. Domenico Maggiore a Napoli, i cui pasti tornano sempre volentieri indietro per la felicità del solo tesoriere che può risparmiare sulla spesa del vitto.”
L’allegria si estese, subito, anche agli altri commensali con gran soddisfazione di padre Pasca che, però, non poté esimersi dal dire, in un orecchio, a Bruno: “Bravo figliolo! Ma devo anche notare che hai un’abilità notevole a modificare le cose in modo convincente e senza dire grosse bugie, nella sostanza. Comincio a pensare che bisogna stare molto attenti a te.” e gli diede una paterna pacca sulla spalla.
Appena ne ebbe l’opportunità, Bruno chiese a padre Vita il permesso di restare a Campagna fino alla domenica successiva, così da poter celebrare la sua prima Messa alla presenza di padre Viezzi. Il Nolano ebbe l’accortezza di presentare la sua richiesta alla presenza sia di padre Rosario che del Provinciale, in modo da evitare un rifiuto da parte del suo priore.
“Sarò presente anche io alla tua celebrazione.” Si inserì padre Pasca, obbligando implicitamente padre Domenico a concedere il permesso, “… ho promesso a Monsignor Scarampi di visitare i conventi della Diocesi e anche le sue chiese, pertanto partirò l’altro lunedì. Farai il viaggio di ritorno con noi… siete d’accordo con me, padre Domenico?”
“Per la verità martedì mattina devo recarmi da Sua Eccellenza l’Arcivescovo a Napoli. Devo per forza partire domani. Comunque non ho niente in contrario che frà Giordano ritorni insieme a voi.” rispose padre Vita.
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