Dopo la premessa, le precisazioni. Bruno si rende conto dell’alto rischio di essere frainteso, per cui inizia subito a delineare il suo concetto di Uno coincidente con Causa e Principio. E’ concetto diverso da quello individuato dai suoi più illustri studiosi: è il demiurgo, non Dio; ma qui Bruno si limita a dare la propria definizione di Principio nella scia della Tradizione ermetica di Alberto Magno, Raimondo Lullo, Nicolò Cusano e Cornelio Agrippa, distinguendola implicitamente da quelle legate alla cultura aristotelica imperante nel XVI secolo; e la propria definizione di Causa nella scia dei filosofi quali Platone, i neoplatonici, Orfeo, Empedocle, Plotino; egli la individua nell’anima mundi, nella Forma, vero artefice interno alle cose. Anche relativamente alla Forma Bruno ci tiene a precisare che ci sono due forme, una inerente a Dio della quale non discorre, e l’altra inerente alla Materia: l’una la quale è causa, non già efficiente, ma per la quale l’efficiente effettua; l’altra è il principio, la quale da l’efficiente è suscitata da la materia.
Nella seconda parte del secondo dialogo Bruno si ingegna in un’altra “missione”: trovare i punti di contatto tra le teorie, relative al concetto di “forma”, espresse dai massimi pensatori della Grecia antica. A Bruno non interessava recuperare ipotesi di studio differenti dalle sue ma, come già precedentemente evidenziato, egli si propone un ben più arduo compito, quello cioè di armonizzare tutto il pensiero filosofico in un unicum a dimostrazione che non esiste la dicotomia vero-falso essendo i contrari parte di un’unica verità, sia nelle cose che nel pensiero.
La Forma è l’anima dunque, ma questa non è presente solo nell’uomo, ma in tutte le cose create. Essa è la forma che il Demiurgo attribuisce a tutte le cose.
Con la definizione di materia Bruno fa un altro “scatto di qualità”, essa è l’essenza stessa del creato, mentre le cose accidentali, percepibili ai sensi, non ne sono che l’espressione percettiva, la forma attribuita a “parti” della materia. Che è unica. Peraltro elettroni, protoni, neutroni, neutrini e le altre parti infinitesimali in natura sono presenti tanto nell’uomo quanto negli animali, nelle piante, nelle pietre e in tutto ciò che esiste; quindi perché non pensare come unico l’ente che possiede questi elementi comuni? È questo il concetto di materia in Bruno; e a me, questa tesi sembra semplicemente incontrovertibile.
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