“Devo raggiungere la Baviera ed andare a Ratisbona, quale via mi consigliate?”
“Risalirete la Moldava, come avete fatto l’ultima volta che avete viaggiato con me poi, ai laghi, anziché dirigervi verso Třeboň andrete verso i monti, ad occidente. Un paio di giorni di viaggio e incontrerete il Danubio e tra una settimana sarete arrivato a destinazione.” rispose Jan Hradcozy.
Due ore dopo, prima di mezzogiorno, il Nolano aveva lasciato definitivamente Praga.
– Stavolta non dovrò dimenticarmi che sto andando in Paesi dove vige ancora il vecchio calendario di Giulio Cesare, quindi dovrei arrivare a Ratisbona domenica 3 novembre. – pensava Bruno mentre, appoggiato allo scafo dell’imbarcazione, lasciava scivolare la mano nell’acqua estasiandosi al meraviglioso spettacolo della natura.
Poi il pensiero andò all’ultimo incontro con i suoi amici “praghesi”; in particolar modo gli venne in mente il dialogo con Johann Matthäus Wacker von Wackenfels.
“In questi mesi che siete stato lontano” gli aveva detto il magistrato, “…io e Lambert abbiamo contattato i vostri discepoli tedeschi e abbiamo costituito una vera e propria rete di comunicazioni grazie ad alcuni barcaioli e postiglioni che vanno e vengono dalla Sassonia, dalla Baviera e perfino dall’Assia; inoltre siamo riusciti, anche, a procurarci diversi piccioni viaggiatori che abbiamo fatto recapitare a Hieronymus Besler, Gregor Shonfeld, Hans von Warnsdorf, Michael Forgacz, Johann Wechel e Hans Weissler, con i quali sarà possibile anche comunicare in pochi giorni per le notizie più riservate.”
“Voi e Lambert Scehckel siete due amici impagabili, Johann; in poco tempo siete riusciti ad ottenere risultati che neppure ipotizzavo. Grazie amico mio.” aveva risposto, commosso, Bruno.
“Proprio avant’ieri ho ricevuto un messaggio di Hieronymus Besler che mi diceva di aver costituito un buon gruppo di studio, del vostro De umbris idearum, a Ratisbona” aggiunse il Wacker, “…e si chiedeva se mai sareste potuto andare lì per presenziare qualche lezione. Se volete gli spedirò un messaggio con un piccione per preannunciargli il vostro arrivo.”
“Sì, Johann, mandategli un piccione viaggiatore, e ditegli di attendermi a mezzogiorno nella cattedrale di S. Pietro, a partire dal 30 ottobre. Sono proprio curioso di sapere come se la cava il mio giovane discepolo, alle prese con la mia opera più difficile da insegnare. Andrò a Ratisbona; d’altronde è sulla strada per Tubinga, dove intendo recarmi per contattare il giovane Scipione Gentili a cui devo portare i saluti del fratello e che può anche aiutarci nella nostra opera di apostolato.”
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