Gli insegnamenti.
Accettato dalla “mente” (Dicson) il principio dell’unicità dell’universo, proposto dal “cuore” (Teofilo), Bruno passa a sintetizzare gli assiomi che si legano a questa “conoscenza”:
…voglio che notiate essere una e medesima scala per la quale la natura descende alla produzion de le cose, e l’intelletto ascende alla cognizion di quelle; e che l’uno e l’altra da l’unità procede all’unità, passando per la moltitudine di mezzi. È la ripresentazione della scala di Giacobbe (Gen. 28, 10-22) del suo profondo significato religioso, misterico ed ermetico.
…considerate che l’intelletto, volendo liberarse e disciorse dall’imaginazione alla quale è congiunto, oltre che ricorre alle matematiche e immaginabili figure,a fin che o per quelle o per similitudine di quelle comprenda l’essere e la sustanza de le cose, viene ancora a riferire la moltitudine e diversità di specie a una e medesima radice.
Quindi, anche quando vogliamo conoscere le cose con il solo uso della ragione verificheremo l’unica essenza in tutte le cose: così attraverso la matematica (la scienza) o l’astrologia (le immaginabili figure), o i numeri o le ombre delle idee (gli archetipi che ci consentono di guardare Dio senza esserne accecati; tali sono gli dei dell’olimpo, gli animali dello zodiaco, gli angeli, tutti intermediari tra il divino e l’umano). Non dimentichiamo anche che, comunque, Bruno amava proporsi come umbra profonda a sottolineare la sua missione di intermediario, attraverso la sua Sofia, tra il divino ed il terreno.
Bruno chiude questa sezione affermando la supremazia, nell’indagine, del metodo scientifico (Pitagora e i suoi numeri) a quello “figurativo” (Platone e le sue forme).
La sostanza non è qualificabile, non perché è priva delle qualità ma perché le possiede tutte: perché sono insite in essa.
I contrari coincidono con l’UNO: verità, questa, verificabile sia matematicamente [un numero moltiplicato con il suo inverso (contrario, non opposto) è uguale sempre ad uno (es.:2x ; 3x ecc.); opposti sono invece 2 e -2, 3 e -ecc.], sia logicamente [il caldo ed il freddo sono contrari di un unico principio che è il calore; e dal massimo caldo ci si muove verso il freddo].
Sintesi magica.
Ma la caratteristica peculiare di questo dialogo è il proporsi come sintesi dell’intera opera e quindi Bruno ripercorre tutti i punti affrontati nei precedenti dialoghi.
Riafferma la distanza che prende dai problemi teologici e ripropone l’immagine del Demiurgo infatti …Questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto. Non si genera; perché non è altro essere che lui possa desiderare o aspettare, atteso che abbia tutto lo essere. L’idea proposta da Bruno sembra possa riassumersi in questa frase: Dio ha creato l’universo a sua immagine e somiglianza, punto. E ciò fu, è e sarà, tutto.
Successivamente passa alla confutazione delle teorie filosofiche principali che contengono, ciascuna, semi di verità ma, nessuna, tutta la verità; e però sono tutte riconducibili ad un unico principio: l’unità come mezzo per conoscere la verità, sia essa numero, atomo, punto.
E ancora sul concetto di vuoto (differente dal nulla) …Appresso so che avete come cosa manifesta che ciascuno di tutti questi mondi innumerabili, che noi veggiamo ne l’universo,non sono in quello tanto come in un luogo continente e come in un intervallo e spacio, quanto come in un comprensore, conservatore, motore, efficiente; …Però, benché un particolare mondo si muova verso e circa l’altro… niente di meno al rispetto dell’universo nulla si muove verso né circa quello, ma in quello.
Nell’affrontare il problema dal punto di vista matematico Bruno mostra come il cerchio nell’aumentare la circonferenza si avvicina sempre più alla linea retta; per contro, quanto grande possa essere un triangolo, i suoi angoli saranno sempre uguali ad altro triangolo più piccolo ma equivalente e quindi a questo riconducibile. E chiude con l’affermare che, avendo origine dalla stessa retta, un angolo acuto esiste in quanto esiste il contrario angolo ottuso.
In conclusione: un contrario è principio de l’altro quindi “l’odio del contrario è amore del conveniente; l’amore di questo è l’odio di quello.” e di conseguenza…”il concavo s’acqueta e risiede nel convesso, l’iracondo vive gionto al paziente, al superbissimo massimamente piace l’umile…” e infine “Profonda magia è saper trar il contrario dopo aver trovato il punto de l’unione.”..
“Il sommo bene, il sommo appetibile, la somma perfezione, la somma beatitudine consiste nell’unità che complica (contiene) il tutto.” così come da un colore è possibile immaginare lo spettro, quando un suono non è uno dei suoni ma un accordo di suoni, una sinfonia di tutti i suoni possibili raccolti in un solo suono; una scienza che non sia una conoscenza tra le infiniti possibili, ma sia tutte le infinite conoscenze possibili raccolte, non in un’enciclopedia, ma in un solo principio scientifico, sostanza e fondamento di tutte le possibili conoscenze singole: a questa somiglianza bisogna pensare l’uno essere, che è uno non perché sia uno tra gli esseri, ma perché È l’essere di tutti gli esseri… e di nessun altro essere.
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