Concetto ben chiaro nella mente di Bruno è la differenza tra vuoto e nulla. Al riguardo, il pensiero bruniano lo si può comprendere solo indirettamente; chi conosce bene Bruno sa che ogni termine, ogni immagine, persino ogni segno di punteggiatura è un messaggio ben preciso, un’idea-forza che va inserita nel contesto generale ma che non deteriora mai il suo significato che resta univoco; e se Bruno dice Vuoto, intende vuoto, così come se dice Nulla intende nulla. È superficiale se non in mala fede colui che attribuisce a Bruno la convinzione dell’inesistenza di Dio; quando attribuisce la giusta collocazione e dimensione al vuoto, infatti, egli dice: …non per questo negheremo esser filosofo colui che prenda nel geno di suo filosofare…aria, terra, fuoco; … o pur vacuo e pieno (intendendo però il vacuo non come il prese Aristotele [il nulla, appunto]).
Ma come si può prendere abbaglio su affermazioni come questa? Il vuoto è parte integrante del tutto, basti pensare alla formazione dei buchi neri che sono ormai unanimemente riconosciuti come enormi fonti di energia. Il vuoto ha in sé l’energia, e quindi nulla ha a che vedere con il Nulla che è la negazione assoluta dell’esistenza e, ovviamente, anche dell’energia che è forza vitale per eccellenza.
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