Dopo alcuni mesi dall’attentato dell’Opera, però, Eugenia decise che era giunto il momento di liberarsi definitivamente della scomoda rivale. Convocò il Capo della Polizia, di cui godeva la stima ed il rispetto, e gli manifestò il suo disappunto per il comportamento della nobildonna piemontese e la sua preoccupazione per l’ascendente negativo che ella aveva sull’Imperatore. Insieme progettarono un ‘piano’ per liberarsi della scomoda ospite.
Una sera di maggio, mentre Napoleone si intratteneva nella camera da letto della Contessa di Castiglione, a Compiègne, alcuni spari seguiti da urla concitate denotarono fuori l’ingresso della villa; subito dopo la porta dell’abitazione fu sfondata e i due amanti sentirono rumori di lotta all’interno.
Napoleone saltò subito dal letto, si vestì e, sciabola in mano, si affacciò sulle scale interne; proprio in quel mentre, un altro colpo di pistola echeggiò dabbasso e lo schiamazzo, subitaneamente, cessò. Qualcuno accese un lume… poi un altro e l’Imperatore poté osservare quattro poliziotti che erano chini su un uomo lì disteso ma immerso in un lago di sangue.
Alzando un ordigno che Napoleone riconobbe per una bomba, seppur rudimentale, uno dei poliziotti esclamò: “Per fortuna non è riuscito a farla esplodere, questo porco italiano.” e diede un calcio in faccia all’uomo, che era già cadavere.
Napoleone scese giù e seppe dall’ufficiale che comandava la pattuglia che in questura era giunta una soffiata con cui si denunciava un attentato contro l’Imperatore: “… si tratta di un italiano, un certo Cappelletti che da alcune settimane mantiene una relazione con la serva della signora Contessa di Castiglione; siamo subito corsi qui per avvisare la vostra scorta ma abbiamo trovato i vostri due uomini privi di conoscenza, lì fuori; poi un’ombra ha cercato di intrufolarsi nella villa e abbiamo cercato di fermarla ma Cappelletti, poiché proprio di lui si trattava, è riuscito ad entrare ed ha tentato di far esplodere questa bomba incendiaria: l’abbiamo fermato appena in tempo, Maestà.”
L’eco di quella notizia si propagò in poche ore per tutta Parigi e, subito dopo, in tutta la Francia. L’Imperatrice implorò il suo consorte di liberarsi della sua amante, nella cui casa venivano ospitati troppi loschi figuri, -…non era forse in rapporto con uno dei terroristi che per poco non ci uccidevano all’Opera? E questo Cappelletti? Da quando frequentava la sua casa? No, Luigi; dovete allontanare quella donna. Allontanarla da voi e dalla Francia. Se non vi interessa la vostra vita fatelo per me e per vostro figlio; e… per la Francia: non privatela del suo Imperatore.-
In effetti, pur ancora affezionato alla bella contessa, Napoleone stava cominciando a stancarsi di quel rapporto e, alla fine, decise di aderire alle preghiere della moglie.
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