Quarto figlio del patrizio Marco Antonio e della nobildonna Isabella Vitturi, Giovanni Mocenigo nacque a Venezia nel 1558 – quindi aveva 10 anni meno di Giordano Bruno – ed ebbe una vita pubblica ben al di sotto dello standard della famiglia, che aveva annoverato ben due Dogi nel secolo precedente. Il padre fu membro del Maggior Consiglio ed ebbe altre cariche pubbliche di rilievo; lo zio Leonardo fu Vescovo di Ceneda e i fratelli Piero e Leonardo furono, anch’essi, insigniti di cariche pubbliche. Più sfortunato il fratello Zaccaria che morì in giovane età ma fu, da tutti, ricordato per le elevate doti culturali e d’ingegno.
Giovanni nel 1582 sposò la nobildonna Cecilia Nani dalla quale ebbe otto figli (tre femmine e cinque maschi) fino al 1597 ma il matrimonio non gli portò quei vantaggi che si aspettava; benché nel 1583 ottenesse il rango di Savio, che per la giovane età non produsse ulteriori cariche, dovette aspettare il 1601 per essere eletto magistrato e il 1605 per entrare nel Consiglio dei dieci Savi ma non ottenne mai la carica di Senatore alla quale aveva ambito fino dal momento del suo matrimonio. Si interessò di architettura poi di lettere ma sempre con poco impegno, privilegiando solo la carriera politica, con gli scarsi risultati segnalati.
Bruno si trovò di fronte un uomo non molto più alto di lui, piuttosto pingue, dallo sguardo sfuggente e dal sorriso mellifluo che cominciò subito a riempirlo di smancerie e di eccessivi encomi riconoscendolo, subito, come Maestro.
Dopo poco più di un’ora, durante la quale gli mostrò la sua biblioteca in cui le opere del Nolano avevano trovato una sistemazione di assoluta priorità e considerazione su uno scaffale ove non vi erano altre opere, il Mocenigo congedò il libraio e invitò Bruno a restare a pranzo con lui. Convocò nello studio la moglie e i suoi cinque figli (altri tre sarebbero nati dopo i fatti che stiamo narrando) e chiese la benedizione per la sua famiglia.
“Conoscete molto bene le mie vicissitudini, Monsignore e sapete che sono stato sospeso a divinis dalla Santa Chiesa pertanto la mia può essere solo la benedizione di un uomo dabbene” si schernì il Nolano; ma il Mocenigo non se ne diede pensiero e volle che Bruno li benedicesse comunque.
“Mia cara…” disse, quindi, rivolgendosi alla moglie, “io ed il professore resteremo qui ancora un’ora a dialogare, porta via i bambini e fai approntare un pasto degno del nostro illustre ospite, vi raggiungeremo poi nel salone da pranzo, alle 14.00.” e congedò moglie e figli.
La giovane donna, senza dar seguito alle parole del marito, chiamò una fantesca a cui affidò i suoi figli e l’ordine per i preparativi del pranzo poi, rivolgendosi a Bruno, disse: “Mio marito mi ha tanto parlato di voi e dei vostri scritti dei quali è entusiasta; e mi ha anche detto che vi ha invitato a vivere presso di noi in cambio di alcune lezioni che vi ha chiesto. Sarei veramente felice che restaste, siete una persona veramente affascinante, come affascinanti sono le vostre teorie. Già! Ho letto anche io il vostro De triplici minimo et mensura e lo trovo fantastico; mi piacerebbe conversare con voi su ciò che vi affermate.”
Lo sguardo vivace e fiero della gentildonna, il suo viso fresco e sincero di giovane venticinquenne veneta e i suoi lunghi capelli biondi, che moveva con innata eleganza, affascinarono Bruno che, però, non dimentico della pericolosità delle donne molto emancipate, si schernì e rispose: “Vostra Signoria mi onora al di là dei miei meriti. Eppure sono qui per pura cortesia. L’invito di vostro marito ha solleticato la mia vanità ma non sono ancora sicuro di accettare. Non reputatemi, vi prego, un ingrato ma altri sono gli obiettivi che mi hanno ricondotto in Italia. Voglio cercare di ottenere la cattedra di Matematica, lasciata libera dalla morte del professor Moletti, a Padova. È probabile che io mi ritrovi a frequentare ancora casa vostra e a istruire vostro marito sulla mia Ars memoriae ma non credo di stabilirmi a Venezia; presto partirò per Padova ma se il signor Giovanni è d’accordo sarò a Venezia il sabato e la domenica per seguirlo nei suoi studi.”
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