Rifacendoci all’analisi junghiana, così ispirata dai simboli e dai miti di ogni periodo e cultura, possiamo notare l’identificazione della donna con ogni tipo di istinto originario dell’uomo: essa sostituisce, nell’animo umano, gli impulsi vitali del bestiame, i sogni e le fantasticherie degli uccelli e gli istinti predatôri delle bestie selvatiche. L’uomo non si è accontentato di poter riconoscere tali istinti e di poterli dominare, ha anche voluto possederli in sé… ed ha ricevuto la donna. Ed il suo nome indica una privazione: è questa la funzione della donna, rappresentare la privazione dell’uomo e la sua valenza negativa (sempre nel senso di privazione!). Ma il fine ultimo della donna resta il completamento dell’uomo; solo nella loro unione si compie l’Opera e, d’altro canto, non è forse una ripresentazione in chiave ridotta dell’atto della Creazione l’atto del concepimento di un bambino?
La donna è la terra che accoglie il soffio divino da cui nasce Adamo e in essa Adamo, e i suoi successori, infonderanno il loro seme, come soffio vitale, per procreare la sua progenie.
La donna è, anche, simbolo della conoscenza e della conoscenza del bene e del male al pari del serpente.
6Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. (Gen. 3, 6)
Non si creda che a sottomettersi alla tentazione del serpente sia stata la donna quale soggetto distinto dall’uomo; come abbiamo appena sottolineato essa rappresenta gli istinti dell’uomo, è cosa unica con quello, infatti… ne diede al marito, che era con lei…: non c’è iato tra Adamo ed Eva, essi sono una cosa sola, sono l’umanità e, se sono gli istinti, gli impulsi a spingere verso la soddisfazione della conoscenza è la razionalità, la regola (dell’uomo) che accetta di sottostare a quest’impulso e… anch’egli ne mangiò.
Ecco l’altra funzione della donna: essa (gli istinti, le passioni spontanee) è lo strumento che consente all’uomo di desiderare la conoscenza.
A questo punto in Genesi, 3 c’è come l’evocazione di una delle figure centrali della cultura cristiana: la Madonna, icona della positività della donna. 14Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
“Io porrò inimicizia tra te e la donna…”; e la donna, icona della sapienza e strumento per raggiungerla si ritrova più lontana dalla conoscenza, dovendo far leva esclusivamente sulle passioni e sull’istinto. Ma rifacciamoci ancora all’analisi junghiana: “…questa ti schiaccerà la testa…” e l’integrazione tra istinti e sapienza diviene deleteria per quest’ultima. In chiave cristiana e religiosa, alla Madonna è affidato il compito di schiacciare il male e salvare l’umanità mentre il serpente/ male le insidierà il calcagno, quindi il piede, simbolo dell’unione di donna e uomo, simbolo fallico che evoca lo sposalizio. Il rapporto tra uomo e donna viene messo a rischio dall’amore per la sapienza dell’uomo e dal rifiuto di questa da parte della donna.
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