Il Dio, dunque.
Hermes (o Ermes o Mercurio) è figlio di Zeus e della più piccola delle Pleiadi figlie di Atlante, Maia. Il giorno stesso della sua nascita lascia la grotta sul monte Cillene, in Arcadia, dove la ninfa si era rifugiata per sottrarsi alle ire della moglie del padre degli Dei, Era, e si reca fino in Tessaglia dove ruba, ad un distratto Apollo, una mandria composta da dodici vacche, cento giovenche ed un toro. Il Dio del Sole, restato ammirato per la morbida musicalità della lira, che il piccolo Hermes aveva costruito con un guscio di tartaruga e gli intestini di due buoi che aveva offerto in sacrificio agli Dei dell’Olimpo, lasciò la mandria al suo ladro in cambio dello strumento musicale. Il piccolo Dio aveva scoperto il debole del potente Dio del Sole: la musica; costruì un altro strumento musicale, la siringa (il flauto che fu poi utilizzato da Pan) e lo cedette al Dio in cambio del suo vincastro d’oro, che divenne il caduceo, simbolo delle sue funzioni di araldo degli Dei, e di alcune lezioni di divinazione. Ammirato dalla destrezza diplomatica del piccolo, Zeus ne fece il messaggero degli Dei.
Altri miti vedono la presenza di Hermes, anche se non nei panni di protagonista ma sempre sottolineando la sua destrezza e capacità di mistificazione. Tra le sue prerogative non va dimenticato il ruolo di traghettatore delle anime dei defunti negli inferi, da cui l’appellativo, tra gli altri, di psicopompo.
Altra manifestazione del mercurio è il pianetino che orbita più vicino di tutti al Sole. È proprio per la sua vicinanza al padre della vita (il Sole) ed alla manifestazione di Apollo (sempre l’astro lucente che favorisce la vita con i suoi raggi benefici) che si deve il nome di Mercurio per questo piccolo astro. Per la sua vicinanza al Sole, è molto facile che appaia retrogrado (cioè, visto dalla Terra pare indietreggiare sulla sua orbita rispetto alla sua direzione normale, in senso orario, a causa del contemporaneo movimento della terra intorno al sole). In astrologia, i movimenti, repentini e molto irregolari, di questo pianeta influenzano la psiche umana, determinano irrequietezza negli uomini ma anche la loro intelligenza e capacità comunicativa. In quanto elemento ambivalente, gli aspetti che forma con gli altri pianeti e con le costellazioni non sono considerati né positivi né negativi ma diventano gli uni o gli altri a seconda dell’astro o della costellazione con cui si rapporta.
Mercurio fu osservato già dagli astronomi assiri intorno al XIV secolo a. C. che lo definirono come il pianeta saltellante. Egizi e Greci assegnarono a Mercurio, come anche per Venere, due nomi: uno come stella della mattino, l’altro come stella della sera. Per gli Egizi, il nefasto Dio Seth, scacciato dalla vivida luce del Sole nascente ed Horo, Dio benigno associato alla figura del faraone e dello Stato. Nella tradizione greca, invece, sono rintracciabili due coppie di nomi per Mercurio. La più antica, fatta risalire da Esiodo tra l’VIII ed il VII secolo a. C., li individua come Στίλβων (Stilbon, “il brillante”), stella del mattino, ed Ἑρμάων (Hermaon), stella della sera. Tali denominazioni furono poi sostituite da Apollo ed Hermes.
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