Lo Spaccio del Triangolo e la sua sostituzione con la Fede consentono a Bruno di affrontare uno dei suoi temi favoriti: l’amore per la geometria, per le figure e la stretta e continua correlazione tra i pensieri e le immagini. Le figure e la geometria (scienza che coniuga la rappresentazione grafica con la logica e la matematica) rappresentano per Bruno un punto imprescindibile nell’esposizione delle sue tesi e benché lo Spaccio sia un’opera di carattere morale, la dimostrazione di una qualche “verità” trova come veicolo preferito proprio il disegno geometrico.
Il problema è quello “centrale” nel pensiero bruniano: la coincidenza nell’Uno di ogni forma di rappresentazione, fisica, logica, e metafisica. La coincidenza tra triangolo, quadrato e cerchio sono un escamotage per riaffermare questa identificazione universale. Il TRE (triangolo) numero divino, e il QUATTRO (il quadrato) numero del Creato nei suoi elementi primi, si convertono, nella identificazione tra massimi e minimi, nell’unica forma perfetta: il Cerchio, lo ZERO, che non è rappresentazione del nulla, ma del TUTTO, perché tutto com-prende, tutto dà, lui eterno ed immutabile, alieno a qualunque trasformazione. Come altrove ho sottolineato, esso rappresenta il Vuoto, non il Nulla; è numero naturale a pieno titolo, e non è soggetto a modificazioni giacché allorquando viene coniugato con un altro numero (prodotto o moltiplicazione) dà come eterno ed unico risultato se stesso: ZERO. È il simbolo numerico di perfezione, così come il Cerchio, che lo descrive figurativamente, è simbolo geometrico di perfezione. La quadratura del cerchio, quindi, non ha solo una necessità logica e matematica, ma è anche, e soprattutto, una necessità ontologica; è la dimostrazione della probità delle tesi bruniane, cioè che le “verità” matematiche e geometriche trovano la loro giustificazione in “verità” etiche, fisiche e metafisiche e viceversa; perché ogni “verità” (matematica o geometrica, etica, fisica o metafisica) è manifestazione dell’UNICO TUTTO. E nel contempo viene dimostrato come la via pitagorica del numero e quella platonica delle figure portano allo stesso risultato; la quadratura del cerchio e la centralità dello zero, cioè rappresentano, ancora, l’identificazione dell’UNO con il TUTTO.
Lascia un commento