La sorte toccata a queste due costellazioni merita una riflessione a parte. Le altre dieci costellazioni dello Zodiaco sono spacciate, mentre solo a loro è dato di restare al proprio posto, in cielo. Perché? Non bisogna stancarsi di ribadire che niente è detto per caso dal filosofo nolano.
Il legame esistente tra il segno della Vergine con la Madre di Dio è espresso dal Glifo che la rappresenta come una EMME con l’ultima gambetta “ritorta” verso il centro dell’immagine; EMME come Maria, appunto. Il Capricorno, invece, è un essere con doppia natura; la parte superiore del corpo è quella del Capro, ad esprimere la potenza della sua azione, mentre quella inferiore è quella di un pesce ad esprimere la sua azione nel profondo dell’uomo, nell’inconscio. Nella mitologia greca, inoltre, il Capricorno rappresenta una figura salvifica per gli Dei: è lui che insegna a costoro come difendersi dall’attacco dei Titani mascherandosi da bestie. L’identificazione del divino con la parte più viscerale dell’uomo (le bestie che soggiornano nell’animo umano), quindi con l’uomo stesso, può essere intesa come metafora di Cristo, Dio fatto uomo.
È quindi molto probabile che con la scelta di non spacciare questi due segni zodiacali Bruno abbia inteso riconoscere l’univocità dell’immagine mariana e di quella di Cristo le quali, in Terra o in Cielo, sono le uniche Vie verso la salvezza, le uniche immagini senza “ombra”; ed in cielo come in Terra possono essere rappresentate ciascuna da una sola immagine-archetipo.
La verginità di Maria come sommo bene, che ha pieno il diritto di restare in cielo senza doversi sdoppiare in funzioni “terrestri” è un sonoro schiaffo alle tesi luterane, in particolare, e riformiste più in generale.
Il riconoscimento dell’unicità della figura dell’essere di doppia natura, che è salvezza degli Dei, nell’uomo (le loro Virtù) può essere visto, invece, come il riconoscimento della doppia natura di Cristo, il Salvatore; non sottovalutando che è nel segno del Capricorno (il 25 Dicembre) che ricorre il Natale.
Lascia un commento