Ne Lo Spaccio de la bestia trionfante Giordano Bruno descrive il riordino celeste (di vizi e virtù) fatto da Giove e dal Consiglio degli Dei; azione che, a dir di Giove/Bruno, non può essere posta in essere in qualsiasi momento e/o casualmente: ogni cosa deve avvenire a tempo debito e con le modalità beneaugurati che sovrintendono alle giuste cause; pertanto è nel giorno in cui si ricorda la vittoria degli Dei sui Giganti che l’opera deve aver seguito, e questa vittoria delle virtù sugli istinti sarà celebrata in nome dei Numi che sovrintendono le “qualità” dell’uomo, nove Numi per nove aspetti dell’uomo; in effetti i Numi sono ben più che nove, ma Bruno ne cita otto e collega con il nono (o primo) aspetto, i sensi, tutta la pletora degli altri Dei dell’olimpo non citati, espressamente, nell’epistola. L’invocazione magica è effettuata richiamando l’eterno fluire delle cose, il continuo divenire e modificarsi degli eventi, pertanto l’ordine della citazione degli Dei si dipana dalla corrispondenza degli ultimi (altri numi) con la prima delle “qualità” umane (il senso, cioè i cinque sensi dell’uomo). Vengono quindi citate le quarantotto costellazioni, che verranno utilizzate non più per evocare i vizi degli uomini, bensì le opposte virtù (il nove è il numero del Tutto, che è immutabile come immutabili sono i numeri prodotti dal rapporto con il nove Il prodotto di qualsiasi numero per nove dà come risultato un numero che ricondotto, sommando le sue unità, ad un numero da 1 a 9 sarà sempre nove, appunto); e quarantotto è quattro volte dodici; con il quattro che è il numero degli elementi primi, quindi del Creato, e dodici a rappresentare la completezza del Cosmo (dodici i mesi dell’anno, dodici le costellazioni dello zodiaco…) né è da ritenersi casuale che gli apostoli di Cristo fossero dodici, come le tribù di Israele; quindi il quarantotto è la fusione di tale completezza con ciascuno dei quattro elementi, e punti cardinali della rosa dei venti. Tutta l’epistola sembra essere, e certamente è, un completo esercizio di mnemotecnica ed il richiamo alle immagini delle costellazioni con le rispettive virtù e vizi a farla da contraltare è il modo attraverso il quale l’uomo è in grado di permettere alle virtù di sostituire i corrispondenti vizi, che vengono relegati in basso, cioè nell’inconscio, e conseguire l’obiettivo a cui ogni uomo deve anelare: la consapevolezza della sua identità con il Tutto e nel Tutto.
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